La favola di Danilo D’Ambrosio: “Oggi non saluto solo il calcio giocato” #AddioCalcio #DAmbrosio
È stato un viaggio fantastico, una cavalcata lunga e appassionante partita dai campi della Serie C e arrivata fino al tetto d’Italia. Danilo D’Ambrosio, il duttile difensore campano, ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo all’età di 36 anni, salutando il calcio giocato con un toccante messaggio affidato ai social. Un percorso, il suo, che lo ha visto protagonista con le maglie di Torino, Inter, con cui ha conquistato uno storico scudetto, e infine Monza. Ma nel cuore e nell’album dei ricordi di D’Ambrosio, un posto speciale è riservato alla stagione 2008-2009, quando con la casacca della Juve Stabia iniziava a farsi conoscere al grande calcio.
Il calciatore, nativo di Caivano, ha scelto Instagram per annunciare il suo addio, condividendo con i suoi follower una lunga e sentita lettera che ripercorre le tappe fondamentali della sua carriera. Ad accompagnare le sue parole, una galleria di immagini simbolo del suo viaggio sportivo: dalla gloria nerazzurra ai momenti con la maglia granata, fino all’ultima esperienza in Brianza. E tra queste, a testimonianza di un legame mai sopito, spunta anche una foto che ha scaldato il cuore dei tifosi stabiesi: un giovane Danilo D’Ambrosio con la maglia della Juve Stabia.
Un’immagine che racchiude l’inizio di una favola, quella di un ragazzo di provincia partito per inseguire un sogno. “È stato un viaggio fantastico,” scrive D’Ambrosio nel suo post, e in quella selezione di scatti ha voluto che ci fosse anche la sua avventura con le Vespe, un capitolo fondamentale della sua crescita umana e professionale. Nella stagione 2008-2009, collezionò 29 presenze, mettendo in mostra quella grinta e quella determinazione che avrebbero poi caratterizzato tutta la sua carriera ai massimi livelli. Aveva segnato anche il gol della salvezza durante i play out con il Lanciano se non fosse stato che l’arbitro Doveri & Co. decisero che la posizione era di fuorigioco.
La lettera pubblicata su Instagram è un flusso di emozioni e ringraziamenti: “Oggi non saluto solo il calcio giocato. Saluto il ragazzo che sono stato e accolgo l’uomo che sono diventato,” si legge nel messaggio. Un pensiero rivolto a tutte le squadre che hanno creduto in lui, ai compagni, agli allenatori e ai tifosi che lo hanno accompagnato in questo lungo percorso.
L’omaggio alla Juve Stabia, attraverso quello scatto significativo, non è passato inosservato e sottolinea l’importanza di quella esperienza per il difensore. Un gesto che conferma come, anche al culmine di una carriera prestigiosa, le radici e i primi passi non si dimenticano mai. Per i tifosi della Juve Stabia, vedere quella maglia tra i momenti clou della carriera di un calciatore che ha vinto uno Scudetto e ha vestito la maglia della Nazionale, è motivo di grande orgoglio. È la testimonianza che da Castellammare di Stabia si può partire per conquistare il mondo del calcio, senza mai dimenticare da dove si è venuti. Il viaggio di Danilo D’Ambrosio ne è la prova più bella.
Questo il post su Instagram con tanto di foto con la maglia gialloblù:
“Avevo 13 anni quando andai via di casa per inseguire il mio sogno.
Ero in un convitto, stanza singola, con un letto e un armadio. Di fianco alla mia c’era quella di mio fratello gemello, Dario.
I miei genitori, percependo la mia preoccupazione, mi dissero: “Se non te la senti, torniamo a casa insieme.”
La mia risposta fu secca: “No! Voglio restare.”
Il mio sogno era più forte di tutte le paure e le insicurezze di quell’età.
Quante volte ho pianto perché mi sentivo solo, quante notti mi rifugiavo nella stanza di mio fratello perché mi mancava tutto: la mia famiglia, i miei amici, i miei nonni.
Oggi, dopo tanti anni, sento che è arrivato il momento di fermarmi. Non è facile. Non lo è mai quando lasci andare qualcosa che hai amato così visceralmente.
Il calcio non è stato solo la mia professione. È stata la mia casa, la mia scuola, la mia identità.
Oggi non saluto solo il calcio giocato.
Saluto il ragazzo che sono stato e accolgo l’uomo che sono diventato.
Un uomo che ha avuto il privilegio di trasformare il sogno di un bambino in una realtà lunga 20 anni.
Grazie a ogni squadra, allenatore, compagno, dottore, fisioterapista, magazziniere, cuoco, cameriere e a ogni singolo tifoso che mi ha sostenuto.
Grazie ai miei genitori che hanno avuto il coraggio di lasciarmi andare senza farmi sentire il peso di dovercela fare.
Grazie ai miei fratelli che hanno condiviso ogni mia gioia.
Grazie a mia moglie che per 19 anni è stata una presenza costante, ha creduto in me, compreso i miei silenzi e amato incondizionatamente.
Grazie ai miei figli che sono stati e saranno per sempre la mia fonte di ispirazione.
Il calcio non sarà più ai miei piedi ogni domenica, ma resterà per sempre dentro di me.
A presto. Con la stessa passione. Con lo stesso cuore. Danilo.”