La Juve Stabia nel mirino della camorra: un allerta che infiamma il dibattito politico! #Calcio #Giustizia #Castellammare
In un’Aula parlamentare sempre più ricca di emergenze da affrontare, dalla crisi di Gaza alle problematiche europee, si inserisce un grido di allerta schietto e diretto: il caso Juve Stabia. A far sentire la voce della città di Castellammare di Stabia è l’onorevole Carmen Di Lauro (Movimento 5 Stelle), che ha aperto un dibattito scottante e necessario.
L’onorevole non si è nascosta dietro parole gentili, citando una dichiarazione critica del procuratore Gratteri: “OGNI SANTO SERVIZIO E’ IN MANO ALLA CAMORRA”. Questa frase non è solo un’esagerazione retorica, ma la cruda realtà emersa dalle indagini, una verità inquietante che colpisce al cuore la cultura sportiva e sociale della zona. Secondo la Di Lauro, “Dall’indagine infatti è emerso che quasi tutti i servizi erano in mano alla camorra, in mano ai clan”.
Un’offensiva che include sicurezza, pulizia, trasporti e biglietteria, trasformando la passione per il calcio in un affare criminale. Il risalto mediatico che ha colpito la Juve Stabia non è solo una notizia di cronaca; è un nodo che travolge la dignità di una comunità. “La camorra non tifava Juve Stabia, la camorra la usava”, ha sottolineato con decisione. È una strategia operativa ben nota, che si ripete in altre realtà calcistiche, come Foggia e Crotone, lasciando dietro di sé un panorama desolante.
Di Lauro ha voluto anche esprimere riconoscenza all’autorità giudiziaria: “Non pulisce ma ripulisce e ridona, o almeno cerca di ridonare, quella fiducia”. Ma il danno d’immagine per la città e la squadra è profondo: “Il fatto che la Juve Stabia è balzata agli onori delle cronache nazionali è un danno gravissimo”, ha affermato l’onorevole, evidenziando che il club rappresenta una vetrina importante per Castellammare, attirando tifosi da ogni parte d’Italia.
Nel suo intervento, il messaggio per i clan è stato chiaro e risoluto: “La dovete smettere di allungare le vostre mani sporche su Castellammare”. È un invito a fermare un ciclo di sfruttamento che dura da cinquant’anni, un appello a restituire dignità a chi vuole il bene della città.
Concludendo, Di Lauro ha affermato la proprietà della città: “Castellammare non è vostra. Castellammare è delle persone che la difendono.” Un’esortazione alla legalità e alla giustizia, con la promessa di un impegno politico costante: “Noi come rappresentati politici saremo sempre in prima linea a ribadirlo con più forza”. Un messaggio di speranza e determinazione che risuona forte in un panorama spesso segnato da ombre inquietanti.
