La Juve Stabia lascia il segno: la magia di Cacciamani e il potere del collettivo #ForzaVespe #JuveStabia #Calcio
Il risultato di alcuni mesi fa è lo stesso (1-0), l’avversario è lo stesso (il Palermo) e l’emozione è la stessa: pura gioia stabiese. Ma la vittoria di sabato della Juve Stabia contro la corazzata allenata da Pippo Inzaghi ha un peso specifico diverso, perché è la sintesi perfetta di due elementi che fanno grande una squadra: la magia del singolo e la forza inscalfibile del collettivo.
Certo, la copertina se la prende di diritto il protagonista della serata, Alessio Cacciamani, che con una rete straordinaria ha regalato i tre punti alle Vespe.
La magia: Un gol alla “Kvaratskhelia”
Il momento che ha deciso la partita è arrivato al minuto 37: è un’azione che non è stata una semplice galoppata, ma un vero e proprio gol alla “Kvaratskhelia”, un concentrato di dribbling ubriacanti, cambi di direzione e audacia che hanno lasciato di stucco la difesa rosanero. Cacciamani ha ricevuto palla sulla fascia sinistra da Correia, nel suo habitat naturale. Invece di crossare o dialogare, il giovane ha deciso di mettersi in proprio, palla al piede, puntando l’area con la sfrontatezza del fuoriclasse.
Con una serie di finte e tocchi rapidissimi nello stretto, ha disorientato il primo e il secondo difensore. L’accelerazione successiva, quella che ha creato il vero solco, è stata devastante. Cacciamani si è accentrato con prepotenza, liberando il tiro da posizione defilata ma perfetta, spedendo il pallone dove il portiere del Palermo non è potuto arrivare. Un tiro che non è stata solo forza, ma precisione chirurgica.
È il secondo gol in campionato per Alessio Cacciamani, e se il primo a Padova era stato importante, questo ha il sapore dei tre punti. I sostenitori gialloblù sanno di avere in casa un gioiello e lo stanno coccolando con l’affetto e la pazienza che solo un tifo passionale sa dare.
La forza: Il trionfo del gruppo compatto
Se il gol di Cacciamani è stata la perla, l’intera prestazione della Juve Stabia è stata l’ostrica che l’ha protetta. Sarebbe profondamente ingiusto, infatti, ridurre questa vittoria alla sola, seppur magnifica, prodezza del singolo. Per battere una “corazzata” come il Palermo di Inzaghi, costruita con ambizioni da vertice, non basta un colpo di genio; serve un’orchestra che suoni all’unisono. E la Juve Stabia di sabato è stata proprio questo: un gruppo compatto, maturo e consapevole.
La vera vittoria delle Vespe risiede nella gestione perfetta di tutti i momenti della partita. Dopo il vantaggio, la squadra ha saputo gestire i momenti della partita e non ha concesso il fianco alla reazione degli avversari (nel quarto d’ora finale), ma inevitabilmente confusionaria, dei siciliani. Ha saputo soffrire quando c’era da soffrire, con i reparti stretti e una disciplina tattica encomiabile, e ha saputo gestire il possesso quando necessario, senza mai andare in affanno.
Dal portiere all’ultimo uomo entrato dalla panchina, la Juve Stabia ha dimostrato che il talento, per quanto purissimo come quello di Cacciamani, vince le partite solo se supportato da una struttura solida, dal sacrificio e dall’aiuto reciproco.
La Juve Stabia vince, dunque, non solo perché in campo ha un talento capace di creare magia, ma perché quel talento è inserito in un meccanismo che funziona, un gruppo che sa come si vince, come si lotta e come si portano a casa tre punti d’oro che pesano come un macigno sul cammino del campionato.
