Divieto di trasferta per i tifosi della Juve Stabia: la politica fa rumore! #JuveStabia #Tifoseria #Sport
Il divieto di trasferta per i tifosi della Juve Stabia sta scatenando un vero putiferio, approdando persino nel tempio della politica, a Montecitorio. A farsi portavoce di un’intera comunità è Gaetano Amato, deputato del Movimento 5 Stelle e cittadino stabiese, che ha chiesto una revisione della decisione del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
L’annuncio del provvedimento, che bloccava le trasferte fino al 5 febbraio 2026, è stato accolto a Castellammare come una vera e propria catastrofe. Un provvedimento che, come già evidenziato da diverse fonti, appare come una soluzione “alla Ponzio Pilato”: incapaci di isolare i singoli facinorosi, si colpisce il mucchio, penalizzando ingiustamente una tifoseria passionale e corretta.
La difesa in Aula: “Non confondiamo i tifosi con i delinquenti”
Nel suo intervento, Amato ha cercato di ristabilire la verità sulla natura del tifo stabiese, sovente etichettato in modo affrettato a causa delle azioni di pochi.
“Grazie Presidente. Il tifo calcistico è qualcosa che va oltre lo sport, è il sentirsi vicini a una maglia, dei colori, identificarsi con la squadra della propria città”, ha esordito il deputato, difendendo con passione i suoi concittadini.
Amato ha anche messo in luce l’assurdità della sanzione: tre mesi di divieto (coprendo un periodo cruciale del campionato) per punire le responsabilità di una ristretta cerchia di persone.
“Vede Presidente, per un ordine del Ministro Piantedosi, i tifosi della Juve Stabia per tre mesi non potranno seguire la squadra in trasferta. È solo per 30 delinquenti che una tifoseria intera sta pagando”.
L’esempio di civiltà ignorato
L’intervento ha toccato un tasto dolente: la reputazione della Curva Sud e dei tifosi gialloblù, che si sono distinti per gesti di grande civiltà, dimenticati dal provvedimento del Viminale.
“Parliamo di tifosi seri, una tifoseria seria che addirittura abbiamo visto su foto sui giornali che puliva lo stadio dove avevano consumato magari il panino assistendo alla partita”, ha rimarcato Amato, citando episodi virtuosi che hanno guadagnato applausi dalle cronache nazionali.
La richiesta al Ministro: “Rivedere il divieto”
Concludendo, il deputato ha lanciato un appello diretto al Ministro Piantedosi affinché prevalga il buon senso. Punire la massa per educarne pochi non è giustizia, ma una resa delle istituzioni.
“Per questi tifosi, così come per ogni tifoso vero, questo sta diventando un fatto pesante. Quindi noi vorremmo chiedere al Ministro Piantedosi di ritornare su questa decisione, di ridurre questi tre mesi che sono davvero tanti e permettere alla gente per bene, tifosi per bene, di poter far sentire anche fuori dalle mura casalinghe il proprio affetto ai propri beniamini”.
La palla ora passa al Ministero. Resta da vedere se l’appello di Amato, che rappresenta il sentimento di migliaia di stabiesi, riuscirà a smuovere la rigidità di una punizione che sembra più indirizzata verso la collettività che alla prevenzione reale del problema.
