Il 24 novembre sarà un altro capitolo della maledizione a Marassi. I gialloblù sfidano la Sampdoria, ma senza i loro tifosi! #JuveStabia #Sampdoria #SerieB
C’è una data cerchiata in rosso sul calendario, una di quelle che fanno battere il cuore più forte a chi vive di pane e pallone: 24 novembre. La Juve Stabia si appresta a scendere in campo al “Luigi Ferraris” di Genova per affrontare la Sampdoria. Non è una partita qualunque, non è solo la tredicesima giornata di Serie B: è un appuntamento con la storia, un viaggio in uno degli stadi più iconici d’Italia.
Eppure, per il popolo gialloblù, questa trasferta ha il sapore agrodolce di un amore impossibile, una sorta di maledizione che sembra non voler concedere tregua.
13 anni di porte chiuse e destini avversi
La storia recente delle trasferte stabiesi sulla sponda blucerchiata di Genova sembra scritta da uno sceneggiatore crudele. Per ritrovare l’ultima volta in cui i tifosi delle Vespe hanno potuto varcare i cancelli di Marassi per ammirare i propri beniamini dal vivo, bisogna riavvolgere il nastro fino al lontano 9 dicembre 2011. Un’era geologica fa, calcisticamente parlando.
Da quella fredda serata di oltre un decennio fa, il destino si è messo di traverso con una puntualità disarmante:
- L’inversione: Nella stagione successiva, in occasione della Coppa Italia, ci fu l’inversione di campo che negò la trasferta ligure ma che concesse ai tifosi di vedere la Juve Stabia trionfare ai calci di rigore.
- La gara a porte chiuse: Lo scorso anno, il destino si travestì da ordine pubblico: lo stadio fu chiuso in seguito ai violenti scontri avvenuti in Coppa Italia tra le tifoserie di Genoa e Sampdoria.
- Il divieto odierno: Quest’anno, la scure è calata nuovamente. Il Ministro Piantedosi ha imposto la chiusura del settore ospiti come conseguenza degli scontri avvenuti in occasione di Padova – Juve Stabia.
Risultato? Anche questa volta, il settore ospiti resterà muto e vuoto, privando la partita della cornice di colori e cori che la tifoseria stabiese sa regalare ovunque vada.
Davide contro Golia: l’orgoglio delle Vespe
Nonostante l’assenza forzata sugli spalti, l’attesa a Castellammare è febbrile. Le “Vespe” arrivano a questo appuntamento con il morale alle stelle, forti della fondamentale vittoria casalinga contro il Palermo. Tre punti pesanti, che non solo hanno rilanciato le ambizioni in zona playoff, ma hanno ribadito che la Juve Stabia non è in Serie B per fare da comparsa.
Dall’altra parte c’è la Sampdoria. Un gigante ferito, una nobile del calcio italiano che sta attraversando anni travagliati, tra retrocessioni dolorose e difficoltà societarie che hanno lasciato scorie pesanti, ma che non hanno scalfito il fascino della maglia blucerchiata. Per la Juve Stabia, scendere in campo a Marassi è l’essenza stessa del calcio: il piccolo Davide che sfida il gigante Golia nella sua tana.
L’aria di Genova profuma di leggende, dai fasti dello Scudetto di Vialli e Mancini alle notti europee. Le Vespe scenderanno nel tempio doriano con il cuore in gola, ma con la grinta tipica di chi non ha nulla da perdere e tutto da guadagnare.
Un tifo che non conosce confini
Se i cancelli di Marassi resteranno chiusi per gli stabiesi, non lo saranno le porte delle case e dei pub di Castellammare. La città si prepara a vivere la partita “a distanza”, ma con un’intensità immutata.
Sarà un tifo “morale”, un’onda di energia gialloblù che proverà ad attraversare l’Italia per arrivare fino agli spogliatoi del Ferraris. Perché per l’ambiente stabiese, questa non è solo una caccia ai tre punti: è la ricerca di un risultato di prestigio, una gemma da incastonare negli annali del club, la voglia di dimostrare che la passione vince su ogni divieto.
La palla al centro dirà la verità, ma una cosa è certa: la maledizione di Marassi potrà anche tenere i tifosi fuori dallo stadio, ma non potrà mai spegnere la voglia delle Vespe di pungere, anche nel tempio dei giganti.
