La Juve Stabia crolla a Marassi: un rigore di Coda condanna le Vespe. #SampJuveStabia #SerieB #GameOver
Il rigore del solito Coda condanna la Juve Stabia alla sconfitta in casa della Sampdoria. Una gara sporca, decisa dal penalty assegnato ai doriani, che lascia l’amaro in bocca alle Vespe.
PODIO
Medaglia d’oro: ad Alessandro Confente, inoperoso per oltre novanta minuti di gioco. Nessun rischio per il portiere gialloblù, che si mostra deciso nelle poche occasioni in cui i blucerchiati bussano alla sua porta. Battezza il lato sbagliato quando Coda si presenta dal dischetto ma certo non è una colpa.
Medaglia d’argento: a Leonardo Candellone, pericoloso anche in un match in cui la Juve Stabia costruisce obiettivamente poco. Solito lavoro oscuro ma determinante del capitano, che nel primo tempo va vicinissimo alla rete del vantaggio con l’esterno destro su cui Ghidotti si supera allungando in angolo. In gare così, senza un riferimento “vero” avanti, in grado di occupare l’area avversaria, si soffre. Riferimento che probabilmente oggi in rosa manca.
Medaglia di bronzo: a Marco Bellich, probabilmente il più in palla del pacchetto arretrato. Il 6 non è nella sua versione più brillante ma ribatte ai tentativi doriani che arrivano dal suo lato. Tappa anche le falle che non dipendono da lui, come nella ripresa quando il fuorigioco attuato dalla difesa stabiese non è sempre tempestivo.
CONTROPODIO
Medaglia d’oro: a Marco Ruggero, ingenuo protagonista dell’episodio chiave della gara. Le immagini evidenziano la maglia blucerchiata che si allunga; al netto delle perplessità sull’utilizzo del var, resta una trattenuta evitabile su un cross destinato a scivolare via. A ciò si aggiunge il primo cartellino giallo speso senza effettiva necessità. Forse rispolverare un pizzico di mentalità “operaia” dell’anno di esordio in cadetteria, tipica di chi è consapevole che in Serie B ogni errore è letale, favorirebbe la concentrazione.
Medaglia d’argento: a Giuseppe Leone, che sul bagnato di Marassi non riesce a dirigere il gioco. Il regista si vede poco, toccando una quantità di palloni sensibilmente inferiore al solito, sintomo di una manovra in cui i normali ingranaggi non funzionano come al solito. Senza la sua presenza in fase di costruzione, la qualità si abbassa divenendo più prevedibile.
Medaglia di bronzo: a Lorenzo Carissoni, che un po’ come Leone, c’è ma non si vede. Il fluidificante costantemente proiettato nella metà campo avversaria quasi non lascia traccia. Nessun errore per il 24, proprio perché la sua serata ha pochissimo da raccontare, in positivo come in negativo. Un ulteriore depotenziamento per l’imprevedibilità della Juve Stabia.
