L’avvocato Giordano difende la Juve Stabia: “Nessun rischio per il campionato, solo un’ingiusta gogna mediatica”

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La Juve Stabia in amministrazione giudiziaria: un’opportunità mascherata da gogna mediatica? #JuveStabia #Calcio #Sport

L’avvocato Simone Ciro Giordano, intervenuto come tifoso e giurista nel talk show di Juve Stabia Live, ha offerto una lettura critica della recente amministrazione giudiziaria della S.S. Juve Stabia, accentuando l’importanza di separare il club dalle società che gravitano attorno a esso. In un contesto di forte emotività, Giordano ha rassicurato i tifosi, dichiarando che la Juve Stabia non è in pericolo di fallimento o penalizzazioni, insistendo che «non esiste alcun rischio concreto».

Giordano ha precisato che l’amministrazione giudiziaria non va confusa con il sequestro giudiziario. Infatti, «l’amministrazione giudiziaria è cosa ben diversa» e ha come obiettivo quello di dare direttive per correggere situazioni critiche piuttosto che ostacolare la gestione della società. Nel caso della Juve Stabia, l’intervento riguarda esclusivamente le società che gestivano servizi collaterali, come stewarding e beverage, e non il club stesso. Gli amministratori nominati dal tribunale hanno il compito di «riparare queste falle» entro un anno, eventualmente prorogabile per un massimo di due anni.

Critico nei confronti della narrazione mediatica, Giordano ha affermato che si è «marciato ancora una volta per screditare non solo la Juve Stabia ma anche la città». Secondo lui, si è creata una vera e propria «gogna mediatica» contro il club. Ha manifestato dubbi sulla strategia della Procura, chiedendosi perché non fosse stata usata un’interdittiva antimafia per le sole società di servizi coinvolte, suggerendo che l’attenzione mediatica sarebbe stata minore in tal caso.

Giordano ha fatto notare che la scelta di sottoporre a amministrazione giudiziaria una società di Serie B ha generato «molto più clamore». Inoltre, ha sottolineato che le interdittive sono arrivate solo successivamente rispetto all’irruzione nel dibattito pubblico, lasciando intendere che la sequenza sia stata «molto discutibile». Ha messo in evidenza anche il diritto alla riabilitazione, affermando che chi ha scontato una pena ha il diritto di ricominciare una nuova vita.

La questione economica è un altro aspetto cruciale sollevato da Giordano. Ha chiesto come sia possibile che un’azienda partecipi a un bando comunale senza la necessaria liberatoria antimafia e ha evidenziato che il volume di denaro gestito dalle società incriminate è minimo rispetto al totale di circa 15 milioni di euro. «Anche un solo euro che finisce nelle casse della camorra mi fa schifo», ha sottolineato, suggerendo però che la società, data la scala dei problemi, dovrebbe poter risolvere rapidamente le criticità.

Concludendo, Giordano ha esortato a non confondere la Juve Stabia con le problematiche ad essa associate. La squadra rappresenta una comunità composta da «persone per bene» che hanno l’obbligo di allontanare le «mele marce» che inquinano i settori sociale, sportivo ed economico. Ha definito la mancanza di un piano di compliance come una «grave deficienza», ma ha visto nell’amministrazione giudiziaria un’opportunità per rimuovere ingerenze esterne e rafforzare il club.