D’Arco e la Juve Stabia: un amore che sfida il buio! 🔥💛💙 #JuveStabia #CalcioStabiese #PassioneGialloblù
Diventare il primo tifoso in un momento così buio non era impresa semplice. L’avventura di D’Arco iniziò nella stagione 2002/2003, con un “assaggio” di gialloblù attraverso il Comprensivo Stabia nel campionato dilettanti. Fu una stagione di transizione, culminata in una salvezza non propriamente tranquilla, in cui si rivelò decisivo il ritorno al “Romeo Menti” del bomber Gaetano Garofalo, un nome che riaccese le prime speranze nei cuori dei tifosi.
La Rinascita e il Ritorno del Nome Juve Stabia
La stagione successiva, 2003/2004, segnò la grande rinascita. Con un colpo di cuore e di orgoglio, ritornava il nome tanto amato: Juve Stabia. Il presidente D’Arco allestì una squadra che mescolava esperienza e gioventù, capace di infiammare subito la piazza. Giocatori del calibro di Salvatore Sibilli, Renato Mancini e Danilo Rufini guidarono un gruppo in cui sbocciavano le giovani promesse Antonio Guarro e Giuseppe Flaminio, e, soprattutto, un attaccante destinato a scrivere pagine memorabili della storia stabiese: Luigi Castaldo.
Le Vespe, guidate da questo entusiasmante mix, presero il volo. A stagione in corso, l’arrivo di Francesco Ingenito aggiunse ulteriore carisma e qualità, diventando uno dei leader di quella squadra. Fu l’inizio di un duello bellissimo e a distanza con il Potenza per la promozione in Serie C2. L’epilogo di quella stagione fu un trionfo su tutti i fronti.
Le Vespe non solo conquistarono il campionato, ma regalarono ai propri tifosi la gioia della vittoria in Coppa Italia di Serie D. Una cavalcata memorabile che culminò in una finale al cardiopalma contro la Massese: dopo la sconfitta per 1-0 in Toscana, la Juve Stabia compì una storica ed incredibile rimonta al Menti, vincendo 4-2 e alzando il trofeo.
A coronare un’annata magica, ci fu anche un’amichevole di lusso disputata in un “Romeo Menti” vestito a festa. In una gara in notturna, un evento inedito per l’epoca a Castellammare, le Vespe si tolsero lo sfizio di battere il neonato Napoli di Aurelio De Laurentiis per 3-2, un successo che, sebbene non ufficiale, contribuì a cementare il legame tra la squadra e la sua gente.
Dalla Delusione Playoff al Ripescaggio in C1
L’anno successivo, in Serie C2, la Juve Stabia si confermò protagonista. Trascinate dai gol di un sempre più decisivo Castaldo, le Vespe ingaggiarono un altro entusiasmante duello a distanza, questa volta con il Manfredonia. Nonostante una vittoria nello scontro diretto al Menti, il lieto fine in campionato non arrivò.
Fu la squadra pugliese a festeggiare la promozione diretta, mentre il sogno delle Vespe si infranse ai playoff contro la Cavese. Ma nel calcio, si sa, nulla è perduto finché non è davvero finita. E così, grazie a un ripescaggio, la Juve Stabia approdò in Serie C1. Un salto di categoria che proiettò la squadra di D’Arco su palcoscenici prestigiosi, con il classico ma meritato appellativo di “matricola terribile”.
La C1, la Vittoria sul Napoli e la Salvezza Sofferta
La stagione in C1 si rivelò irta di difficoltà. La squadra dovette fare i conti con l’alto livello tecnico del campionato e con crescenti problemi di gestione economica. Nonostante tutto, le Vespe lottarono con il coltello tra i denti. Quella stagione fu caratterizzata da vittorie di prestigio che rimasero impresse nella memoria dei tifosi: caddero al Menti squadroni come Perugia, Foggia, Pisa e Frosinone.
Ma la vittoria per eccellenza, quella che ancora oggi viene raccontata con un brivido di piacere, arrivò il 19 febbraio 2006. Contro il fortissimo Napoli di De Laurentiis, costruito per stravincere il campionato, la Juve Stabia giocò la partita perfetta, imponendosi per 3-1 in un Menti ribollente di passione. Un’autorete di Romito e i gol di Agnelli e Castaldo scrissero una delle pagine più gloriose del calcio stabiese.
La stagione, piena di ombre societarie ma di luci accecanti in campo, si concluse con il classico lieto fine sportivo: la salvezza, conquistata con sofferenza ai play-out contro l’Acireale grazie al gol di Agnelli in pieno recupero. Quella salvezza fu, in pratica, l’ultimo acuto del Presidente Paolo D’Arco al timone della Juve Stabia.
Un’avventura intensa, che si concluse lasciando in eredità un patrimonio inestimabile: aver saputo ricreare un entusiasmo travolgente, aver ripopolato gli spalti del Romeo Menti, aver vinto trofei e, soprattutto, aver regalato gioie e sorrisi che, a distanza di anni, sono ancora impressi nella mente e nel cuore di ogni tifoso gialloblù.